Nel pomeriggio mons. Russotto ha arricchito ulteriormente la sua riflessione sottolineando il legame tra la preghiera, la fede e la compassione.
La preghiera è la più semplice manifestazione del cuore umano che cerca un contatto compassionevole con Dio. Nella preghiera percepiamo che Dio si piega verso di noi e ci spinge a fare altrettanto compassionevolmente verso noi stessi, per diventare compassionevoli verso gli altri. Pregare è cercare una consonanza tra il mio cuore e il suo cuore, per diventare la compassione che Dio è per me. Quanto più entro in sintonia con Dio tanto più mi sento sottratto della mia volontà, perché l’amore ricevuto mi spinge a desiderare di realizzare la volontà dell’Amato.
La preghiera è l’incontro della sete di Dio con la nostra sete. Lui ha sete che noi abbiamo sete di Lui. Occorre avere una profonda intimità con Dio per educare gli altri alla fede.
Essa non è tanto adesione alle verità rivelate, ma è fiducia data al Signore.
La fede si basa sulla Parola di Dio che, da una parte, stabilisce un ponte che mi unisce a Dio e, dall’altra, crea una distinzione con Lui. Dobbiamo tornare all’essenziale per vivere la nostra fede e aderire al Vangelo con il cuore mettendo in discussione noi stessi. Solo lasciandoci ferire dalla Parola di Dio possiamo capire altri cuori feriti.
Il Rogate si fonda sulla compassione di Dio, sul piegarsi di lui verso di noi e, attraverso noi, verso ogni altra persona che mette sulla nostra strada. (Suor M.Marcella e Suor M.Sabina)