Saluto della Madre in apertura del Capìtolo Provinciale
Carissime Madri,
porgo il mio fraterno saluto a tutte voi, carissime consorelle, membri di questa qualificata assemblea per ufficio e per elezione. Al mio saluto si unisce quello delle consorelle di tutta la nostra famiglia religiosa che vi sono state vicine con la preghiera nel periodo preparatorio e lo sono, in particolar modo, in questi giorni.
Il IV capitolo della Provincia “Nossa Senhora do Rogate”, si inserisce nel 12° anniversario della erezione della Provincia e nel 125° della venuta di Gesù sacramentato nel quartiere Avignore e quindi nell’Opera. Queste circostanze non accadono per caso, ma sono il segno della continua fedeltá di Dio che é presente ed opera nella nostra famiglia religiosa.
Nella vita della Provincia il capitolo è un evento di grazia e costituisce una vera esperienza di comunione e di partecipazione dal momento che si é chiamate a a “ discernere, alla luce dello Spirito le modalità adeguate per custodire e rendere attuale nelle diverse situazioni storiche e culturali, il proprio carisma e il proprio patrimonio spirituale”( cfr VC, 42).
Desideriamo vivere questi giorni come un’autentica esperienza di comunione che guarda alla SS.ma Trinità per trarre da essa il motivo e la forza per il nostro cammino di consacrate invocando lo Spirito Santo perché egli rinsaldi i nostri rapporti fraterni, illumini le menti e i cuori nel discernimento delle proposte e delle scelte.
In questi anni la congregazione ha vissuto avvenimenti importanti, in particolare la canonizzazione del nostro Padre Fondatore, additato alla Chiesa come modello di santità, apostolo della preghiera per le vocazioni, padre degli orfani e dei poveri, e l’XI Capitolo generale con il programma di incentivare la missione dell’Istituto nella fedeltà al carisma e alla vocazione consacrata.
Il tema di questo capitolo “Spiritualità, vita fraternità e missione”, con la parola chiave “Signore, dammi di quest’acqua”, rivolta a Gesù dalla Samaritana, e su cui le comunità hanno lavorato e si sono preparate, focalizza bene questi due avvenimenti.
L’ esigenza avvertita dalle comunità della Provincia di una più autentica vita fraterna rimanda alla sorgente dove è possibile attingere per poter vivere rapporti “nuovi” e questa sorgente è Lui, Cristo, la roccia che percossa, lascia scorrere dal suo fianco le acque capaci di dissetare il popolo in cammino.
Nelle nozze di Cana, attraverso il cambiamento dell’acqua in vino, Cristo vuole dirci che solo il rapporto personale, intimo e sponsale con Lui può trasformare l’acqua delle nostre inconsistenze in vino di amore per Lui, per le consorelle e per quanti incontriamo nella missione.
Davvero lontano da Dio ogni creatura non è che terra arida. Ma la promessa di Dio di condurci ad acque tranquille ci fanno sperare che è possibile il rinnovamento interiore e la fecondità anche lì dove sembra prevalere l’ aridità e lo scoraggiamento purché ci accostiamo a Cristo e aneliamo a Lui come la cerva anela alle fonti d’acqua ( Sl 42,2). Allora anche il deserto diventerà frutteto fertile (Is. 41, 17-20).
Auspico che i lavori capitolari possano servire a dare ulteriori strumenti perché si comprenda sempre più che solo una più autentica spiritualità di comunione che pone al centro di tutto, della propria vita e della vita fraterna in comunità, Gesù Cristo, ci fa attingere energie sempre nuove e fare esperienza viva del Risorto, per offrire una testimonianza coraggiosa e gioiosa ad un mondo che si allontana sempre più da Cristo, sorgente di acqua viva.
La ricchezza della testimonianza del padre Fondatore, Sant’Annibale di Francia, l’esercizio delle virtù eroiche della Madre M. Nazarena, e l’esempio di vita di tante consorelle ci spingano ancor più, in questi giorni, a percorrere l’itinerario dal quale non dobbiamo mai scostarci e che illumina di luce carismatica la Spiritualità, la Vita fraterna e della Missione: Le Figlie del Divino hanno un fine tutto speciale: penetrare nel Costato Santissimo di Gesù, vivere dentro quel divin Cuore, sentirvi l’amore, sposarne tutti gli interessi, compatirne tutte le pene, parteciparne il sacrificio, consolare quel Divino Cuore con la propria santificazione, e con l’acquistargli anime, specialmente con l’obbedire a quel divino comando uscito dal divino zelo del Cuore di Gesù, quando disse: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe". Tutto ciò faranno con gli esercizi di Maria e di Marta, cioè della vita interiore e della vita attiva.
Maria Immacolata, nostra Divina Superiora e Madre, ci accompagni e ci indichi la via da seguire.
Ora dichiaro ufficialmente aperto il IV Capitolo della provincia “Nossa senhora do Rogate”.