La salute: un diritto di tutti
PROGETTO - La salute: un diritto di tutti ... a favore dei poveri malati Pllane - Albania |
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ALBANIA “il paese delle aquile” |
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Carissime Consorelle ed Amici,
con il cuore pieno di gratitudine per il vostro impegno verso la Giornata Missionaria 2015 aiutando, per quanto vi è stato possibile, i minori profughi accolti nella nostra Casa Madre di Messina, vengo con gioia, fiducia e speranza a presentarvi la 15° Giornata Missionaria Figlie del Divino Zelo.
Ancora una volta siamo invitati a volgere lo sguardo ad una missione in cui sono impegnate le nostre sorelle. Questo sguardo ci spinge a riflettere e a lasciarci coinvolgere nel dono di noi stessi, nella preghiera e in gesti di solidarietà. E’ poco quello che possiamo fare, però ciò che è importante è l’amore, lo stesso amore che spinse il nostro santo Fondatore, P. Annibale Maria Di Francia, a dedicare tutta la vita ai poveri, ai piccoli, agli ultimi.
La Giornata Missionaria 2016 sarà a favore della nostra missione in Pllanë – Albania, con il tema: “La salute: un diritto di tutti”, a favore dei poveri e malati.
Le Figlie del Divino Zelo sono presenti in Albania da oltre vent’anni e si impegnano sia nell’ evangelizzazione, nella promozione umana e formazione della gioventù sia anche nella cura di poveri e ammalati.
L’attenzione delle suore è rivolta in modo particolare ai bambini sordi per i quali è stata aperta la scuola Effatà, per favorire la loro integrazione con i normoudenti. La missione abbraccia anche il servizio nell’ambulatorio medico infermieristico verso i poveri bisognosi di cure mediche; ed è proprio questo centro che le Figlie del Divino Zelo desiderano, con l’aiuto dei tanti amici e benefattori, incrementare ed estendere a quanti ne hanno bisogno.
Sant’Annibale Maria Di Francia afferma: “La migliore dimostrazione della fede è la carità”; vogliamo esprimere con la nostra solidarietà la fede in Cristo!
Il
nostro Santo Fondatore e la Madre Nazarena ci accompagnino con il loro sguardo
di amore e la loro benedizione e ci aiutino ad avere un cuore pieno di amore e
di misericordia.
Un fraterno abbraccio,
Suor M. Inez Rosso
A L B A N I A “il Paese delle Aquile”
Dati Amministrativi
Nome completo: Repubblica d’Albania
Nome ufficiale: Republika e Shqipërisë
Lingua ufficiale: albanese
Capitale: Tirana (800.986 ab. / 2015)
Politica
Forma di governo: Repubblica parlamentare
Indipendenza: 28 novembre 1912 (dall’Impero ottomano)
Ingresso nell’ONU: 14 dicembre 1955
Superficie
Totale: 28.748 km²
% delle acque: 4,7 %
Popolazione
Totale: 2.893.005 ab. (2015)
Densità: 97 ab./km²
Nome degli abitanti: Albanesi
Geografia
Continente: Europa
Confini: Montenegro, Grecia, Macedonia,
Kosovo (territorio conteso)
Fuso orario: UTC +1
Economia
Valuta: Lek albanese
L’Albania: il
paese che si apre al mondo, con le sue grandi bellezze
L’Albanìa, ufficialmente Repubblica d’Albania, Republika e Shqipërisë
in albanese, detta
semplicemente Shqipëria, e storicamente Arbëria, è uno Stato della Penisola balcanica, situato nel sud-est
dell’Europa. Confina a nord-ovest con il Montenegro, a nord-est con il Kosovo,
a est con la Macedonia e a sud con la Grecia. Le sue coste si affacciano sul
Mar Adriatico e sullo Ionio. Il paese, con i suoi confini, ha una superficie di
28 748 km² e una popolazione di 2.893.005
ab. (2015), con una densità media di 97 abitanti per km².
Culla della civiltà Illirica, al crollo
dell’Impero romano, sul finire del IV secolo, è stata tra i principali centri
culturali e religiosi dell’Impero bizantino. Nel XV secolo il territorio del Principato
d’Albania, dopo una lunga difesa del popolo albanese, cadde sotto il dominio dell’Impero
ottomano e fu soggetta all’invasione turca. L’Albania,per cinque secoli,
divenne una provincia dell’impero
turco-ottomano, dal quale dichiarò l’indipendenza il 28 novembre 1912. In
questo anno nacque la prima Repubblica Albanese, di cui fu primo ministro
Ismail Qemali. Dopo le guerre balcaniche, nel 1913, fu riconosciuta come stato
indipendente (Conferenza degli Ambasciatori a Londra). Divenuto un Protettorato
italiano nel corso della Prima Guerra Mondiale e annessa al Regno d’Italia nel
1939, venne a ricostituirsi l’Albania etnica, comprendente i territori abitati da
etnia a maggioranza albanese lasciati fuori dallo Stato.
Dal 1944 al 1990 l’Albania fu uno Stato Comunista estremamente isolazionista, stalinista e anti-revisionista. L’Albania è membro delle Nazioni Unite, la NATO, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, il Consiglio d’Europa, l’Organizzazione mondiale del commercio, ed è uno dei membri fondatori dell’Unione per il Mediterraneo. Dal 24 giugno 2014 l’Albania è ufficialmente candidata per l’adesione all’Unione europea, dopo aver richiesto formalmente l’adesione all’UE il 28 aprile 2009. Essa è inoltre tra i paesi emergenti d’Europa, e, grazie alle numerose bellezze naturali, storiche ed artistiche, tra le nuove mete turistiche dei Balcani.
Geografia
Il Paese è in prevalenza montuoso, con catene piuttosto aspre che superano i 2500 metri l’altezza. Man mano che si procede verso il Mediterraneo l’altitudine si abbassa ed il territorio diventa prima collinare e poi pianeggiante. La vetta più alta è il Monte Korab sul confine con la Macedonia, che raggiunge i 2.764 m di altezza e il monte Jezercë con 2694 m.
I corsi d’acqua albanesi
non hanno grandi portate e di solito sono anche abbastanza brevi, vista
l’estensione territoriale limitata. I fiumi maggiori sono il Drin, il Vjosa, il
Semani, e lo Shkumbin.
Fanno parte del territorio albanese anche alcuni dei principali laghi dei Balcani: il lago di Scutari, Ocrida e
Prespa, tutti condivisi con altre
Nazioni.
L’Albania ha inoltre una costa di 360 km, lungo la quale si trovano isole e isolette.L’isola più grande si trova di fronte alla città di Valona ed è l’isola di Sazeno.
Territorio
L’Albania è suddivisa amministrativamente in
12 prefetture o “contee”, a loro volta suddivise in 36 distretti. Vi sono poi
351 comuni. Essa ha un tasso di urbanizzazione del 57%, in crescita negli
ultimi anni.
La capitale Tirana (421.000 ab.) è il centro
più importante del Paese e il nucleo finanziario principale, in cui le riforme
di libero mercato hanno aperto il paese agli investimenti stranieri, in
particolare nello sviluppo di infrastrutture.
Le altre città principali sono Durazzo
(116.000 ab.), Valona (79.900 ab.), Elbasan
(79.800 ab.) e Scutari (74.900 ab.). Gli abitanti dell’Albania sono così suddivisi: 95% albanesi, 3% greci e altre piccole minoranze.
Lingua ufficiale e minoranze linguistiche
La lingua ufficiale è l’albanese, una tra le
lingue più antiche in Europa, suddivisa in due dialetti: Albanese Tosco
(ufficiale) e Albanese Ghego.
Una piccola parte della popolazione dell’estremo
sud parla il greco; una minoranza
linguistica nell’est parla
il macedone, e una restante parte di popolazione nel nord-ovest parla il serbo.
La lingua straniera più conosciuta è
l’italiano mentre le altre lingue straniere più note sono l’inglese, il tedesco
e il francese.
L’Albania è un paese ricchissimo di
archeologia e oggi conserva ancora una lingua antica, il folklore e i balli
tradizionali popolari. Questi ultimi nei secoli si sono poi diffusi in Italia e
in tutta Europa.
In Albania si trovano resti di archeologia pelasgica,
romana, greca, illirica e turca. Gli scavi archeologici riportano sempre nuove scoperte
utili alla storia europea ma soprattutto tasselli importanti per completare la storia
e la cultura albanese che parte dai pellasgi e gli illiri fino agli albanesi.
Secondo altre fonti, nel 1989 la popolazione
vivente in Albania di origine greca oscillava dall’1% (statistiche ufficiali
del governo albanese) al 12% (statistiche di una organizzazione greca). Esistono
inoltre altre minoranze quali i bosniaci musulmani, gli Ashkali detti anche Egiziani
albanesi, i Valacchi (o Arumeni), i Gorani e i Rom. Vi sono anche una piccola
comunità armena e una ebraica a Tirana.
La diaspora albanese vanta una tradizione secolare e riguarda molti Paesi e in particolare l’Italia e la Grecia. Si calcola che la più antica migrazione fu quella che riguardò un cospicuo gruppo di persone della comunità Arbëreshë, i cui discendenti vivono in alcune regioni del sud Italia (soprattutto in Calabria e in Sicilia, a Piana degli Albanesi ma anche in Puglia,Basilicata, Molise, Campania ed Abruzzo).
Il clima
Il clima albanese è di tipo mediterraneo con
inverni miti e umidi ed estati calde e secche, lungo la costa.
Verso l’interno il clima diventa
continentale con inverni freddi e rigidi ed estati calde e afose.
Le
precipitazioni sono abbondanti sulle Alpi Albanesi, sulla costa cadono in
prevalenza
nei mesi invernali. D’estate per gli amanti dell’aria fresca ci sono tante zone montuose dove ci si può immergere nel fresco delle montagne albanesi per sfuggire dal caldo torrido.
Economia
Il sistema socio-economico dell’Albania è
considerato quello di un “Paese in via di sviluppo”. La caduta del regime
politico comunista del 1990 è infatti avvenuta più tardi e in modo più caotico
rispetto agli altri paesi dell’Europa dell’Est, ed è stata caratterizzata da un
massiccio esodo di rifugiati politici ed emigranti economici verso l’Italia e
la Grecia nel 1991 e nel 1992.
A partire dagli anni 2000, il paese ha fatto passi da gigante e ha finalizzato in maniera molto soddisfacente la transizione verso un’economia di mercato.
SETTORE PRIMARIO
Per quello che riguarda
l’agricoltura, le coltivazioni principali sono il frumento, il mais, le patate,
avena, barbabietole, tabacco e cotone. L’allevamento è concentrato
prevalentemente sugli ovini, caprini e bovini.
SETTORE SECONDARIO
Il settore secondario è ancora arretrato. Sono presenti industrie alimentari, tessili, raffinerie e cartiere. È favorito inoltre dal basso costo della manodopera che attira gli investimenti stranieri.
SETTORE TERZIARIO
Attualmente anche il settore terziario è in crescita: le località sulla costa stanno cercando di attrezzarsi rapidamente per le attività turistiche. Infatti l’Albania presenta località turistiche, che secondo i visitatori sono le migliori e più belle aree di tutti i Balcani.
CIBO
Per quanto riguarda il cibo invece si può
dire che la cucina albanese è un miscuglio di cucina locale, cucina italiana e
cucina turca. Il piatto nazionale sono il riso pilaf, il tasqebap, la porchetta,
il byrek. Si usa molto la carne, in particolare quella di agnello, maiale e
vitello.
Nella tradizione gastronomica albanese non
può mancare il rituale delle “meze”, di derivazione araba, equivalente ad uno spuntino
consumato con una bevanda. Il latte serve anche per fare lo yogurt, detto kos,
largamente usato pure in zuppe fredde, in varie salse e in piatti cotti al forno.
Alcuni dei dolci tradizionali dell’area sono: bakllava, kadaif, hallva ecc.
L’Albania produce alcuni buoni vini da tavola. La bevanda nazionale è però il “raki”, una grappa di prugne o di uva.
La Religione
La religione più diffusa in Albania, a causa
dei cinque secoli di dominazione turco-islamica, è quella musulmana. Nell’ultimo
censimento albanese del 2011, il 57,12% si dichiara musulmano, il 2,52%
bektashi, il 10,11% cattolico, il 6,8% ortodosso e lo 0,11% cristiano
evangelico. Le percentuali sono cambiate a causa di mutamenti demografici,
emigrazione e tassi di natalità più alti in alcune regioni.
Sorprendentemente l’Albania ha meno persone che affermano di non credere in Dio che molti altri Stati in Europa. Ci saremmo aspettati un numero maggiore di atei, data la storia di ateismo forzato legato al periodo comunista.
La fede in Albania, dalle persecuzioni alla
gioia
La
paura, naturalmente, era nata prima del coraggio». Così
don Simon Jubani ha raccontato il clima che si respirava il 4 novembre 1990, quando
in Albania tornò la libertà religiosa.
Dal 1945, anno della presa del potere di Enver
Hoxha, la dittatura provava a mettere al bando Dio dalla società albanese.
Qualunque nome avesse: a Durazzo finirono nella
stessa prigione e nella stessa tomba il muftì e l’arcivescovo. Il culmine della
persecuzione contro cattolici, ortodossi, musulmani, sunniti e i sufi bektashi arrivò
nel 1967 con il divieto di ogni manifestazione di culto e con la definizione,
nella Costituzione del 1976 rimasta in vigore fino al 1992, di “primo Stato
ateo al mondo”.
Eppure, mentre il regime
provava a imprigionare anche il cielo, la fede in Albania veniva salvata da anziani
preti torturati e piegati dai lavori forzati nei lager, da suore che a rischio della
vita battezzavano clandestinamente e anziane nonne che insegnavano le preghiere
ai nipoti prima di addormentarsi, nascoste sotto le coperte per non farsi
sentire.
Davanti agli ex luoghi religiosi trasformati
in teatri e centri sportivi, capitava poi di notare qualche cero lasciato nel buio
della notte. Sfidavano il terrore.
Qui, venticinque anni fa, don Jubani celebrò
la prima Messa pubblica in Albania.
Su 6 vescovi e 156 preti di prima del regime, ben 65 morirono per esecuzione o tortura e 64 erano deceduti dopo essere stati incarcerati o nei campi. Alla fine della dittatura sopravvivevano una trentina di sacerdoti: tutti avevano conosciuto la detenzione.
Le Figlie del Divino Zelo in Albania
La congregazione delle Figlie del Divino Zelo
ha inizio dall’esempio caritativo e dal lavoro costante di Padre Annibale M. Di
Francia, sacerdote siciliano, nato a Messina il 5 luglio 1851.
Le sue figlie, cercando di realizzare il
sogno del Padre Fondatore, dopo diversi incontri e visite arrivano definitivamente
in Albania nel 1993, nella storica Domenica del 6 Giugno, Festa della Santissima
Trinità.
Per i primi tre anni
sono state ospitate dai Padri Rogazionisti. Per comprendere le reali necessità
del luogo in cui avrebbero vissuto e operato, hanno iniziato collaborando in tutte
le attività di conoscenza e di sostegno alla popolazione locale: visita alle
famiglie, nel carcere, nell’ospedale, aiuto ai poveri e ai malati di ogni tipo,
nelle scuole, formando e accogliendo ragazze che mostravano interesse per la vita
religiosa.
Nel 1996 si sono sistemate definitivamente
nel villaggio di Pllane, che si trova a 15 km dalla città e dove vi abitano
circa 3.000 persone. Questa zona, appositamente scelta, aveva un’alta
percentuale di famiglie molto bisognose di un aiuto materiale e spirituale.
Secondo lo spirito caritativo che ci rappresenta, le suore hanno da subito cercato di sostenere sotto ogni aspetto questa popolazione: dall’accoglienza ai viaggiatori, specialmente suore e sacerdoti che percorrevano l’unica strada statale che portava alla capitale Tirana, ai bisogni primari e specialmente di salute della zona.
PROGETTO 2016
La salute: un diritto
di tutti
…a favore dei più poveri e malati
Sin dal loro arrivo in Albania,
le Figlie del Divino Zelo si sono impegnate nella stessa opera di soccorso e
sostegno alla popolazione bisognosa, dedicandosi in particolare ai tanti malati
che frequentavano l’ambulatorio, aperto nel 1996.
I bisogni emersi nel corso degli anni sono stati diversi ed
importanti, per questo tuttora le suore non si limitano a fare solo visite, a dare
aiuto e ad ascoltare. Sono molto impegnate anche nella promozione umana, nella
prevenzione delle malattie più diffuse e nell’affrontare i problemi sanitari
specifici del posto. Tutto questo è stato possibile grazie anche all’aiuto e al
sostegno economico e formativo offerto dalla Caritas di Albania, Spagna e Italia
che ha fornito alcuni medicinali e materiale per la medicazione; il loro aiuto
è stato prezioso per poter lavorare meglio per il bene del popolo Albanese.
I problemi più rilevanti e difficili da trattare sono: il cancro,
le malattie croniche degli anziani, le persone con handicap e i malati terminali.
Durante il lavoro le suore hanno potuto constatare
che tanti soffrono di depressione, in modo particolare le donne che spesso arrivano
a suicidarsi perché questa malattia è ancora un tabù e non si vede una via
d’uscita.
Le cause che portano alla depressione sono diverse, soprattutto la
povertà e il fatto che le donne non godono della stessa dignità dell’uomo. Ma
ci sono anche violenza, maltrattamenti, solitudine, emigrazione, donne che
devono portare avanti la famiglia da sole.
Alcune di esse sono costrette ad abortire o perché il figlio è indesiderato o
perché è femmina e la situazione diventa più pesante quando in famiglia c’è chi
fa uso di alcol e non ha un lavoro. Inoltre si è constatato che lo Stato non offre
un’assistenza adeguata per i malati terminali che muoiono senza alcun aiuto.
Così le Figlie del Divino Zelo cercano di seguire i pazienti ed i loro familiari
perché insieme è possibile dare a questi malati tutta
l’assistenza necessaria ed un conforto.
In particolare, ciò che
ha attirato l’attenzione sin dal principio, sono state le tante persone
diversamente abili, particolarmente i bambini sordi, per i quali con molte
difficoltà si è intrapresa l’apertura della scuola Effatà, con l’obiettivo di
aiutare questi piccolli ad integrarsi con i normoudenti. Si offre loro non solo
l’accoglienza nel convitto ma anche visite audiometriche gratuite e protesi,
inserimento nella scuola e riabilitazione logopedica.
Specie in questi tempi in cui la povertà e le necessità si fanno
sentire in maniera più forte e frequente, la comunità religiosa delle FDZ si
dedica con sempre maggiore impegno nell’offrire il servizio ambulatoriale. In
media 30 pazienti al giorno sono accolti e aiutati senza distinzione di età,
religione o provenienza. Queste persone hanno in genere bisogno di diversi
servizi come: visita medica, misurazione
di pressione e glicemia, medicazioni varie, cura delle ferite, dermatiti,
parassiti e le ustioni che sono molto frequenti. Periodicamente vengono
dall’Italia medici volontari con diverse specializzazioni, logopedisti e
infermieri che fanno visite gratuite presso il nostro centro sanitario per i
più bisognosi.
Pur notando ogni giorno tanti cambiamenti , l’ambito sanitario continua
ad essere una vera e propria emergenza. Davvero la situazione sanitaria albanese
è piuttosto critica, anche se lo Stato garantisce alcune visite, i tanti
poveri, non potendo pagare la somma necessaria per avere il libretto medico, restano tagliati
fuori. Un altro motivo per cui in tanti faticano ad usufruire di questo diritto
è un certa corruzione che ormai sta diventando una mentalità, cioè, oltre alla
visita da pagare bisogna dare qualcosa al medico per assicurarsi un trattamento
migliore.
Il nostro centro sanitario cerca di rispondere al diritto primario della persona, curarsi, e tutto questo le suore cercano di farlo in maniera più accessibile e gratuita per coloro che non hanno alcuna possibilità economica anche con l’aiuto di persone di buona volontà che danno il loro contributo.
FINALITÀ
La finalità del progetto 2016 in favore dei poveri e ammalati di Pllane (Albania), è rivolta a sostenere il Centro Sanitario (ambulatorio medico-infermieristico, audiometrico-logopedico), in modo tale da poter rafforzare e migliorare l’attenzione verso i malati, dando loro l’opportunità di essere curati in maniera adeguata, qualificando ancor più il servizio offerto fino ad ora.
OBIETTIVI:
✔ Continuare la
formazione e la prevenzione sanitaria nei vari villaggi.
✔ Assicurare la presenza
del medico almeno 3 volte alla settimana e poterlo consultare in casi urgenti.
✔ Raccolta di medicine di
prima necessità (antibiotici, farmaci per l’ipertensione, per le infezioni
respiratorie …)
✔ Raccolta di prodotti di
parafarmacia (pomate e garze sterili per le medicazioni, soprattutto per le
scottature, ancora così frequenti.
✔ Acquisto di strumenti
per la visita: specchietti, spatoline, pinzette, forbici, pinze, porta aghi,
guanti monouso sterili.
✔ Acquisto di
attrezzature (armadi a vetri per la corretta conservazione e selezione delle
medicine).
✔ Sterilizzatore per
strumenti vari.
✔ Acquisto materiale per
la disinfestazione e l’igiene dell’ambiente.
✔ Risistemazione dei
locali dell’ambulatorio con spazi di attesa per garantire la privacy del
paziente.
✔ Pagamento delle analisi
a famiglie estremamente povere e qualche visita specialistica urgente a
pazienti che necessitano di ulteriori accertamenti o consulenze varie.
✔ Accompagnamento in
ospedale dei pazienti più gravi, che non possono essere trattati presso il
nostro ambulatorio.
✔ Visite ai malati
terminali.
✔ Acquisto del materiale
necessario per l’audiometria e la costruzione delle chioccioline.
✔ Acquisto di batterie
per le protesi acustiche dei bambini sordi.
✔ Acquisto di materiale
logopedico per la riabilitazione.
✔ Assicurare la terapia logopedica a chi non può permettersi di pagare le sedute di riabilitazione.
✔ Acquisto di un computer per l’archiviazione dei dati dei pazienti e registri vari.
✔ Servizi igienici
accessibili anche ai portatori di handicap.
✔ Acquisto di un
frigorifero per la conservazione dei medicinali speciali.
✔ Condizionatore
microclimatico.
✔ Sicurezza e continuità
elettrica.
✔ Protezione antincendio.
✔ Accoglienza di volontari e medici italiani, che periodicamente vengono presso il nostro centro.
Ringraziamento
Vorremmo ringraziare di vero cuore tutte le persone sensibili e
generose che vorranno offrire qualcosa di proprio, anche se fossero pochi
spiccioli, come la vedova del Vangelo, per aiutare tanti fratelli bisognosi di
cure mediche, per sé e per i propri cari.
Gente che vive nell’indigenza e che non può in nessun modo
sottoporsi a visite mediche, cure, ricoveri ospedalieri, gente che non può comprare medicinali, che non ha alcuna
assistenza.
Nel nostro Centro i bisogni sono veramente tanti: le suore che
lavorano senza sosta, senza orari, sempre pronte ad una accoglienza ammirevole,
si trovano a dover sostituire medici un pò superficiali nel loro servizio, ad
affrontare emergenze, ecc .
A nome di quanti hanno ricevuto e continueranno ad essere aiutati.
MADONNA DEL BUON
CONSIGLIO
Una Chiesa martire risorge nel nome di
Maria Edificato nel VI secolo, il Santuario albanese della Madonna del Buon
Consiglio è stato distrutto la prima volta nel 1467 dalle orde ottomane, quando
l’immagine della Vergine apparve a Genazzano (Italia), dove è ora venerata.
Il regime comunista lo
aveva raso al suolo. Ma nel cuore di tanti Albanesi quel luogo, incastonato tra
le montagne, ha continuato a rappresentare la “casa” di Maria, l’unico faro di
speranza capace di rischiarare la lunga notte delle persecuzioni.
La storia del Santuario della Madonna del Buon Consiglio di
Scutari, in Albania, si intreccia, nella sua drammaticità, con la storia delle
sofferenze del popolo albanese e con la sua tenace speranza. Ed è una storia
che si annoda anche, per vie singolari e misteriose, all’Italia, alle vicende
di un lembo dell’Italia Centrale, non lontano da Roma: una località che si
chiama Genazzano e che da più di cinque secoli ha stretto un legame indissolubile,
perché tenacemente “mariano”, con i fratelli di fede albanesi.
Nel lontano 1467, a Scutari, piazzaforte albanese tenuta dai Veneziani
ma ormai prossima a cadere in mano dei Turchi, un affresco raffigurante la
“Madonna del Buon Consiglio” si staccò dalla parete e, si dice, venne portato
dagli Angeli in volo fino a Genazzano, la cittadina laziale distante 48 km da
Roma, fermandosi il pomeriggio del 25 aprile 1467 su di una parete della Chiesa
di Santa Maria. All’indomani, il popolo fece gran festa all’immagine; e da
allora ogni anno il 26 Aprile rimane consacrato alla “Madonna del Buon
Consiglio”, la cui devozione andò rapidamente estendendosi in tutta la
Cristianità.
Nel 1993, il Santo Padre Giovanni Paolo II, in visita nel “Paese delle Aquile”, benediceva con visibile soddisfazione la prima pietra del nuovo Santuario dedicato alla “Madonna del Buon Consiglio”, protettrice e Patrona dell’Albania, gioiello della fede di tutto il popolo skipetaro.
Preghiera alla Madonna del Buon Consiglio
di Scutari
(Papa Giovanni Paolo II, 25 aprile 1993)
“Vergine del Buon Consiglio!
A Te si innalza la supplica di questo
popolo,
che da tempo immemorabile Ti ama e Ti onora.
A Te oggi l’Albania consegna le sue speranze
e le sue pene, i suoi desideri e i suoi
bisogni,
le molte lacrime versate
e l’anelito ad un futuro migliore.
Volgi, o Madre, il tuo sguardo su questo
popolo,
accogline i propositi generosi,
accompagnalo nel suo cammino
verso un avvenire di giustizia,
di solidarietà e di pace…
Maria vi protegga sempre!
Protegga tutti gli angoli della vostra terra;
raggiunga gli albanesi residenti nei Balcani
e gli Albanesi dispersi nel mondo.
L’intercessione potente di Maria
ottenga la pace soprattutto là dove da troppo tempo ormai infuria
una guerra assurda, seminatrice di sangue fraterno.
Madre del Buon Consiglio, apri le menti e i cuori,
assicura all’Albania e all’umanità intera
il dono della concordia e della pace”.