Madre M. Cuoreina Raffa

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Suor M. Cuoreina Raffa, della SS.ma Vergine del Carmelo, al secolo Carmela, era nata a Naso (ME) il 24.08.1928 da Carmelo e da Catania Maria. Fu battezzata nella Chiesa Madre il 25.05.1931 e ricevette il sacramento della Confermazione il 14.10.1944.

Rimase orfana del padre in giovane età, ma nonostante ciò la sua vita trascorse tranquilla perché la mamma e i suoi fratelli furono garanzia sicura della sua serenità e di tutto ciò che di bello e di buono l’esistenza può offrire. Così il suo sguardo di bambina imparò a posarsi sempre sorridente sulla bontà delle cose.

Sin da piccola, fu assidua frequentatrice della parrocchia e in particolare dell’Associazione cattolica. Possedeva il misterioso fascino della creatura delicata e sensibile, la segreta bellezza della semplicità. A 18 anni, Gesù la chiamò ad essere tutta sua, la invitò a riposare nel suo Cuore, a rendere sempre lode e a servire i  piccoli e i poveri.  Sacrificò gli affetti familiari, il legame tenerissimo con la mamma, e Lo seguì, confidando nelle sue promesse: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità  la vita eterna” (Mt 19, 29).

Padre Giuseppe Travaglianti, parroco di Cesarò, dove Carmela visse qualche anno presso la sorella Nunzia, ivi residente, nella lettera di presentazione delineando il profilo della giovane, traccia inconsapevolmente il programma della sua futura vita religiosa: “Nel periodo di permanenza in questa parrocchia la giovane ha tenuto condotta esemplare non mancando mai a tutto ciò che dà lode a Dio e forma l’anima. In essa ho riscontrato i segni di vocazione alla vita religiosa dove credo riuscirà tanto bene, secondo il Cuore di Dio”.

Entra a Messina, allo Spirito Santo, il 5 agosto 1946, è  ammessa all’aspirantato il giorno dopo e subito, insieme ad altre compagne, raggiunge Roma; l’ 8 settembre 1948 è ammessa al probandato. Il 16 luglio 1949 entra in Noviziato  e le viene dato un nome nuovo: suor M. Cuoreina, è il nome con il quale l’abbiamo conosciuta,  il nome che l’ha plasmata nella sua identità di Figlia del Divino Zelo. Il 15 luglio 1951, a Roma, emette la prima Professione, divenendo un modello della Figlia del Divino Zelo del SI’, lungo tutto il cammino della sua vita religiosa. E su questa via si sono intrecciate le vite di tante Figlie el Divino Zelo.

Intelligente, viene mandata a Messina per gli studi;  nel 1952 al Bisazza ottiene la maturità magistrale, l’anno dopo, preparandosi da esterna, al liceo Maurolico, consegue la maturità classica.

 Dio le stava accanto ed ella rispondeva ad ogni suo richiamo: il Rogate segna sempre più profondamente il suo spirito, per cui, insieme all’insegnamento nella scuola elementare, le viene affidata la formazione delle aspiranti e delle postulanti. E’ l’inizio del suo instancabile apostolato, traboccante di ardore rogazionista. Il suo gesto operativo avrà sempre la dimensione della lotta e della quiete, della ricerca e del riposo.

In quegli anni scrive:  “E’ il giorno della mia rinnovazione dei santi voti, giorno atteso con la stessa ansia e con lo stesso desiderio di quell’indimenticabile luglio 1951. ..in questi giorni di ritiro Gesù mi ha chiesto con insistenza di immergermi nel suo Divino Cuore, per cui ho risposto con un Sì generoso e forte”.

 A Padova, nel 1956, si iscrive nella facoltà di Scienze naturali e agli studi universitari unisce il catechismo in parrocchia. Continua, così, a vivere il suo compito di Figlia del Divino Zelo, sintesi viva e palpitante di contemplazione e di azione.

Suor M. Cuoreina, ancora oggi è ricordata come la suora che studiava e che volentieri, quando poteva, si intratteneva a conversare e a dare i suoi consigli alle giovani che stavano attente a non perdere nulla di quanto ella diceva.

Capace, equilibrata, fedele, diligente, raccolta, docilissima, sempre obbediente e sempre libera, vive, consapevole, i voti religiosi col bisogno sempre più grande di abbandonarsi all’Amore di Dio e con l’instaurare rapporti autentici con tutte le consorelle non temendo di  “sprecarsi”  donandosi.

Il 16 luglio 1957, a Messina, emette la professione perpetua. Rimane  a Messina per completare gli studi universitari. Docile e senza resistenza, accetta contemporaneamente la responsabilità delle suore studenti.

Nel 1960, ancora impegnata negli studi universitari, è anche consigliera della casa e formatrice delle nostre Juniores che sprona alla libertà della fede con la sua testimonianza e con la sua saggia e illuminata parola.

 Il 23 giugno 1961, si laurea con 110 e lode e subito dopo, la Superiora generale, Madre M. Longina Casale, la nomina Maestra delle novizie, dopo avere ottenuto dalla Santa Sede la dispensa, dato che suor M. Cuoreina non aveva l’età richiesta.

Svolge tale compito negli anni 1961-1963, con grande senso di responsabilità, impegnandosi a far scoprire ad ogni novizia la  “Sorgente” sicura, dove poter attingere nel corso di tutta la vita.

Il 23 agosto 1962, in seguito al IV Capitolo generale della Congregazione, all’età di 33 anni risulta eletta quarta Consigliera generale. In questi anni le viene affidato in particolare il compito di vigilare sulla organizzazione delle nostre scuole, per valutarne l’efficacia e il rendimento delle alunne: orfane, apostoline e postulanti ed esterne perché acquisiscano insieme alla cultura una soda formazione spirituale apostolica.

Nel mese di agosto del 1968, in occasione del V Capitolo generale è eletta Vicaria generale. Tra i compiti assegnati le viene affidato dal Consiglio generale quello di VISITATRICE “AD ACTUM” delle case del Brasile con tutte le relative facoltà, in particolare per il settore della formazione.

 Sono gli anni difficili del dopo Concilio, del disorientamento vocazionale, delle defezioni, ma anche ricchi di fermenti innovativi, della ricerca di nuove modalità per una maggiore autenticità della vita religiosa. La presenza di Madre M. Cuoreina rassicura, aiuta il confronto, accompagna, anche coloro che scelgono di lasciare la congregazione: per tutte ha una parola dolce, ma anche forte, che risuona come invito a una vita religiosa autentica, dove al centro ci sia Gesù, lo Sposo delle anime consacrate.

Nel 1974, al VI capitolo generale, all’età di 46 anni, viene eletta Superiora generale e la congregazione alla sua guida inizia un lungo cammino che durerà diciotto anni.

Immemore di sé, Madre Cuoreina si annienta sotto lo sguardo di Dio, grata di riceversi da Lui in ogni istante e accetta di  “morire” come il chicco di grano per dare più frutto.

 Esprimere quanto ha inciso il governo di Madre M. Cuoreina è difficile, molte cose sono scritte solo nel cuore di Dio e nel cuore di coloro che essa ha beneficato, pagine segnate con caratteri indelebili perché ha saputo scriverle con l’amore E’ doveroso comunque menzionare almeno alcuni eventi e scelte che hanno segnato il suo governo:

 

# la cura spirituale della nostra famiglia religiosa attraverso i corsi annuali di formazione per le superiore, le circolari tematiche che accompagnavano i diversi tempi liturgici, i quaderni di animazione su diversi temi di spiritualità rogazionista, l’istituzione dei corsi di formazione permanente per le suore da svolgersi in maniera ciclica, i convegni di studio per i rispettivi settori apostolici;

# lo slancio apostolico della Congregazione con il consolidamento delle missioni già avviate attraverso la fondazione di nuove case e con l’apertura di nuove frontiere verso l’Asia: le Filippine nel 1978, la Korea nel 1986, l’India nel 1989 e l’ Africa in Rwanda nel 1990;

# le varie ricorrenze del Padre Fondatore con le relative celebrazioni, in particolare l’evento della sua Beatificazione, in collaborazione con i Padri Rogazionisti, lo sviluppo dei Centri zonali Rogate per la diffusione dello spirito rogazionista attraverso l’operato delle animatrici vocazionali a tempo pieno, l’apertura dei Centri vocazionali a Roma e a Messina, Villa Serena, e la costituzione della Delegazione nelle Filippine;

# l’inizio dell’ opera per le mamme e i bambini, l’introduzione degli elaborati elettronici e dei computers nelle segreterie antoniane, il ritorno dell’antica testata di Dio e il Prossimo, la pubblicazione della rivista “Il ponte sul mondo” per la conoscenza dell’Istituto, diverse pubblicazioni sulla vita del Padre Fondatore e della Madre Nazarena, l’avviamento della causa di canonizzazione della stessa.

 

Ma l’eccezionalità di Madre Cuoreina è stato il suo stile di governo, discreto, immediato, profondo ma anche a portata di mano. Profondamente radicata nel Signore, consapevole della risposta da dare a Lui nel quotidiano, aveva una grande stima della vita religiosa e dell’impegno che essa richiedeva.

 La sua persona e la sua parola erano di conseguenza per ciascuna Figlia del Divino Zelo un richiamo a vivere con fedeltà e coerenza le esigenze della vita consacrata. Era felice dei cambiamenti avvenuti nella vita religiosa dopo il concilio perché per lei, che aveva un grande rispetto della persona, adesso ci sarebbe stato più spazio perchè ciascuna potesse rispondere a Dio con più generosità e spontaneità senza le pastoie di restrizioni non necessarie. Ma vigilava contemporaneamente perché non ci fosse l’annacquamento della vita religiosa, l’imborghesimento e soprattutto perché non venisse meno quell’impegno alla santità e la cura della vita interiore e  del rapporto di amore con Dio e con le consorelle che costituiscono l’essenziale della vita consacrata.

 Come non ricordare i suoi discorsi che ruotavano attorno all’amore, appelli che ella con cuore materno indirizzava alle superiore nei corsi di aggiornamento o alle suore durante la formazione permanente, nelle visite alle comunità, e con i quali, a volte, in modo accorato invitava a ritornare all’Amore qualora si fosse smarrita la strada, distolte da altre attrattive.

Come la Vergine Maria, era donna dell’ascolto, ad esso dava la priorità perché ciascuna Figlia del Divino Zelo sapesse di avere un porto sicuro dove andare per confidarsi, per ricevere luce, conforto, slancio. La conoscenza dell’animo umano e la visione di fede, la rendevano capace di svolgere l’ascolto come un vero ministero pastorale. Esso scaturiva dal suo “vivere dentro quel Cuore”, dal suo guardare a Cristo, mite ed umile, alla cui scuola, da vera Figlia del Divino Zelo, si confrontava e cercava di conformarsi sempre.

Nel 1992, al IX capitolo generale, dopo 18 anni, lascia la carica di governo: sono molte le espressioni che spontaneamente le consorelle da tutte le parti del mondo le rivolgono standole vicino e manifestandole imperituro affetto e gratitudine. Di fatto per ciascuna di noi resterà  “la Madre”.

Nel  1992 è nominata Superiora ed economa nella casa di Altamura e un anno dopo superiora a Messina, casa Madre. Nel 1996 come Superiora ed economa inizia l’esperienza dello Juniorato internazionale e del Centro studi. Nel 1999 torna come Superiora ad Altamura.

In questi anni è a diretto contatto con le consorelle, con gli alunni delle nostre scuole e con i minori delle Case famiglia,  con i loro parenti, con il personale dipendente, con quanti si avvicinano alla comunità religiosa: la sua disponibilità è totale, non si nega a nessuno. Per tutti è una presenza significativa e lo è in particolar modo per le giovani consorelle provenienti da tante parti del mondo che, allo Juniorato internazionale, fanno l’esperienza di una convivenza fraterna serena e ricca, mediata dalla sua presenza che accoglie, stimola, ascolta, responsabilizza, richiama  all’ essenziale della consacrazione religiosa. Continua a seguire la vita della Congregazione, in silenzio, con la preghiera e la sua dedizione.

Nel 2002, è trasferita alla Casa generalizia, con il compito della corrispondenza della rivista  “Il ponte sul mondo”, ma soprattutto, in una comunità internazionale e dove approdano tante consorelle, la sua presenza è preziosa perché essa può ancora svolgere, in maniera discreta, ma sempre spontanea e materna, il ministero dell’ascolto. La sua persona è di  riferimento per tutte. 

Nel 2005, comincia a esternare disturbi che ai primi accertamenti manifesteranno la presenza di un carcinoma al colon ascendente. La madre Cuoreina, è consapevole del male e con tutte le sue forze reagisce positivamente, segue le cure indicate, desidera guarire. Spesso ripete: “ Dio è buono, non vuole che soffriamo, è la natura che fa il suo corso”.

Dopo l’intervento chirurgico inizia il calvario delle tante chemioterapie, dei ricoveri in ospedale, del graduale, lento, ma inesorabile indebolimento del suo fisico. Chi l’ha seguita da vicino ha detto: “ Il Signore ha chiesto sempre molto alla Madre Cuoreina, ora anche nella malattia, e lei si è data”. Ha edificato tutti per la sua capacità di soffrire in silenzio e con dolcezza, senza pretese e grata di quanto si faceva per lei: medici, infermieri, ammalati, consorelle e confratelli, tutti  hanno ricevuto l’esempio che anche nel dolore si segue il Signore. Quando negli ultimi giorni i dolori erano diventati lancinanti bisbigliava: “Gesù quanto è bello, quanto è buono, quanto è dolce”. 

Confortata dalle preghiere e dai sacramenti, la mattina dell’11 agosto, alle ore 5.00, assistita da me e dalle consorelle, dopo una lunga agonia, si è consegnata a quel Cuore che ha tanto amato, ma resterà come lievito evangelico che sparisce nella massa di farina per fermentarla.

Ringrazio la comunità della Casa generalizia che è stata accanto alla madre Cuoreina, ringrazio anche le consorelle che da tutte le comunità sono state a lei vicine nella sua malattia e in particolare nei suoi ultimi giorni, soprattutto con la preghiera e anche con email e telefonate. Ringrazio il Padre Generale, padre Giorgio Nalin, i Superiori delle Circoscrizioni e tutti i Confratelli, che in vario modo, soprattutto con la preghiera, hanno seguito la Madre nella sua malattia e anche nella sua morte.

Adesso che la Madre M. Cuoreina fa parte della Congregazione Celeste crediamo che continua a esserci vicina e vogliamo che la sua testimonianza di vita resti a perenne ricordo anche per le consorelle che verranno. A tale scopo invito quanti volessero far pervenire qualche testimonianza su Madre Cuoreina di inviarla al più presto alla segreteria generale per poter realizzare un opuscolo in sua memoria.

 

Dalla circolare della Madre M. Diodata Guerrera


 

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