La Compassione e la Fede

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Nella giornata dedicata alla lectio divina, mons. Mario Russotto ha offerto una profonda riflessione all’assemblea particolarmente attenta. Commentando Mc 5,21-34 ha evidenziato come in questo brano non si parli di compassione, ma la si viva concretamente. Infatti, dopo aver considerato i punti di contatto e di contrasto tra le due storie narrate: quella di Giairo e quella dell’emorroissa, ha focalizzato l’attenzione sulla donna verso cui Gesù ha espresso una viva e intensa compassione.

L’emorroissa non ha nome perché può essere ciascuno di noi. Ella non solo non può dare la vita, ma la perde da sempre. Alla malattia fisica si aggiunge quella morale: l’angoscia di non poter guarire. La donna impura elimina ogni distanza, osa trasgredire la legge perché si mischia alla folla e tocca il lembo del mantello di Gesù. Ella sa che solo con Gesù  può farlo, perché solo Lui può assumere la sua impurità. Il mantello di Gesù era quello che gli ebrei indossavano per andare al tempio a  pregare, conteneva nelle frange dei quattro angoli la Parola di Dio: “Ascolta Israele…”. Quindi la donna toccando la frangia esprime la sua profonda fiducia nella potenza salvifica della Parola di Dio. Gesù è il goel o redentore di sangue perché offre la propria vita per salvare la sua, ecco perché la chiama figlia. La donna riconoscendo la sua miseria attira a sé, con forza, la compassione di Gesù che diventa l’anello nuziale che congiunge lo Sposo alla sposa.

In conclusione Mons. Russotto ha evidenziato che la potenza di salvezza sta nella fede. (Suor M.Marcella e Suor M.Sabina)

 

 

 

Dopo la Lectio Divina, lo spazio per la riflessione personale

 

 

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