La giornata ha avuto inizio con una preghiera di ringraziamento per i 10 anni di fondazione della prima casa di Bolivia. Abbiamo rivolto gli auguri a Madre Elì Milanez rappresentante di tale nazione ed ella ha invitato l’assemblea a pregare per la pace in questa terra oggi tanto provata da lotte interne.
Don Giuseppe Roggia Sacerdote salesiano, direttore del corso per Formatori a livello internazionale all’università Pontificia Salesiana, nella sua esposizione ha fatto un’analisi della situazione della Vita Consacrata, della Chiesa e della società di oggi, sottolineando che
viviamo un cambiamento epocale in cui non ci sono solo sofferenze e frustrazioni, ma germi di speranza che illuminano un futuro profetico.
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A conclusione dei lavori in aula, Madre Rosa Graziano ha espresso il grazie al Signore per i 10 anni di presenza in Bolivia.
Le parole di don Giuseppe Roggia hanno richiamato all’autrice ricordi degli anni ’69-’72, quando l’aggiornamento senza la pazienza e la saggezza dell’attesa hanno sopraffatto molte persone nei loro ideali. Nel ricordo così ha scritto:
Uno sguardo d’amore
La famiglia religiosa delle FDZ scendeva da Gerusalemme,
la città posta sul monte, verso Gerico
in pianura, tra la gente…
Scendeva per le difficili vie della storia,
quando ad una svolta della strada
incontrò l’Aggiornamento e il Ritorno alle Origini.
Questi ultimi di natura non erano briganti,
ma si accanirono contro i valori della vita religiosa,
non gradendo il suo clima di povertà, di serenità, di pace.
Le rubarono prima di tutto la fede
che permetteva di avere occhi capaci
di superare le difficoltà leggendovi in esse
un’opportunità per amare di più.
Poi la spogliarono della fedeltà a Cristo, attraverso i voti, la regola.
Le tolsero, infine, la serenità della vita fraterna in comune,
la solidarietà con i poveri…
La lasciarono così semi-viva sull’orlo della strada
e se ne andarono a banchettare con l’Edonismo, il Naturalismo, l’Individualismo,
ridendo tutti assieme della sorte sventurata di quella famiglia religiosa.
Passò per quella strada un sociologo,
e sentenziò: questa vita religiosa era oppressiva,
non lasciava libere per la realizzazione personale;
è meglio che sia finita.
Passò un teologo e disse: “tu, famiglia religiosa delle FDZ, non hai voluto adeguarti ai tempi: ora paghi la pena del tuo in adeguamento.
La trovò morente un sacerdote
e la sfidò: Perché non hai resistito ai ladroni?
Dovevi…dovevi…dovevi combattere di più.
Eri forse d’accordo con chi ti calpestava?
Passò poco dopo il Cristo, Divino Rogazionista,
ne ebbe compassione e si chinò su di lei
a curare le ferite versandovi sopra l’olio
della sua tenerezza paterna e materna e il vino del suo amore.
Poi, se la caricò sulle spalle, la portò alla Chiesa
e gliela affidò dicendo: “Ho già pagato per lei tutto quello che
c’era da pagare, l’ho comprata con il mio sangue,
l’ho prediletta e scelta per farne la mia piccola sposa.
Non lasciarla mai più sola in balia dell’Aggiornamento
e del Ritorno alle Origini. Ristorala con
la mia Parola e il mio Pane. Al mio ritorno ti chiederò conto di lei.
Quando si riebbe la famiglia religiosa delle FDZ
ricordò lo sguardo compassionevole di Cristo su di lei,
rivide quel volto di pace chino su di essa.
Assaporò la gioia di quell’amore
e si chiese: “come ricambierò la salvezza
che mi è stata donata?”
Guarita dall’Individualismo, dal Naturalismo e dall’Edonismo
si propose di tornare in mezzo alla messe
e cioè per le strade del mondo
a guarire le ferite dell’umanità.
Si propose di essere anche lei
accanto ad ogni donna e ad ogni uomo
per annunciare che c’è sempre
un Amore vicino a chi soffre,
a chi è solo, a chi è orfano e povero.
La porta della sua casa
avrebbe avuto sempre accesa una lampada
e la porta aperta
per i notturni cercatori di Dio
o per i disperati e gli sbandati della notte
e per tutti i bisognosi.
(libero adattamento di Lc 10,29-37)
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La giornata si è conclusa con la visita-Roma by night, sostando più a lungo in piazza S.Pietro per ammirare il meraviglioso presepe.