La Storia
L’Istituto “Spirito
Santo” risale al 1452, per opera di una nobildonna messinese, Francesca
Boccapiccola. Rimasta vedova, impiegò tutti i suoi averi per fondare un
Monastero sotto la regola cistercense con annessa Chiesa dedicata a S.
Maria dello Spirito Santo.
La costruzione fu fatta nella contrada detta delle
“Camerelle”. Le “camerelle”, alla fine del 1200, davano il nome a quella
zona della città, perché vi alloggiavano viaggiatori e pellegrini in transito
nello Stretto. Inoltre, le “camerelle”, collocate sul versante della
collina che sovrasta il Monastero, pare ospitassero “devoti romiti che
menavano vita solitaria”. L’iniziativa fu sostenuta dal popolo e, nel
corso dei secoli, apprezzata e arricchita da donazioni e privilegi. La
Chiesa fu abbellita da stucchi d’ispirazione barocca e quadri di singolare
bellezza. Sopraggiunte le leggi eversive nel 1866, e soppressi gli ordini
religiosi con legge n.3096 del 7 luglio dello stesso anno, il Monastero fu
confiscato e ceduto al Comune.
L’Architettura, le opere d’arte
Il Comune di Messina nel 1895, lo affidò al
Canonico Annibale Maria Di Francia che lo fece restaurare e
adibire a sede di alla sua congregazione di suore per l’assistenza di bambine
orfane e bisognose. Nel sisma del 1908 il complesso andò quasi
distrutto e fu lo stesso Canonico Di Francia a curarne la
ricostruzione, incaricando nel 1917 l’ing. Antonino
Marino della progettazione e direzione dei lavori, passata
successivamente all’ing. Pasquale Marino. Morto il Canonico Di
Francia, fu riaperto al culto e benedetto dall’arcivescovo Mons. Angelo
Paino il 29 giugno 1938. La sua ricostruzione vide
impegnati lo stuccatore e decoratore messinese Giuseppe Fiorino,
che rimodellò gli stucchi alla maniera antica, e, cioè, realizzando tutto sul posto
senza forme e restaurando quelli originali; il marmista messinese Salvatore
Manganaro che ricostruì gli altari, mettendo assieme i pezzi tra
quelli ritrovati sotto le macerie e adattando quelli mancanti. Il
pittore piemontese Ovidio Fonti rifece la "Discesa
dello Spirito Santo", eseguendo anche gli affreschi del soffitto. Sul
campanile della chiesa è stata poi eretta una statua raffigurante S. Antonio.
Riscoperte anche le cripte, che hanno resistito
integre sotto il pavimento della Chiesa.
Il prodigioso Crocifisso
Sulla storia del Crocifisso il gesuita
messinese Placido Samperi, nel 1644, racconta che pochi
anni dopo la fondazione del monastero, una nave mercantile proveniente da
levante a causa di un maroso fece naufragio nelle coste messinesi. L’equipaggio
chiese aiuto alla città per poter riparare il vascello, e, alcuni messinesi,
che vi si recarono, videro la scultura del Crocifisso lì
custodita. La chiesero come contraccambio per l’aiuto prestato e, non senza
qualche riluttanza, la ottennero in dono. La sacra immagine venne quindi
trasportata in Cattedrale per essere collocata vicino
all’altare maggiore ma, per un’arcana volontà, ciò non fu possibile. Il clero
allora decise di invocare aiuto ed ispirazione divina mediante la recita delle
Litanie, e, quando vennero pronunciate le parole “Spiritus Sancte Deus
miserere nobis”, il Crocifisso si mosse prodigiosamente
voltandosi verso sud: era il segno richiesto e così fu portato, con solenne
processione cui parteciparono l’arcivescovo e i senatori della città, al
monastero dello Spirito Santo collocandolo sull’altare maggiore della Chiesa.
Ordinazione sacerdotale Padre Annibale M. Di Francia
La Chiesa continuò a funzionare e il 16 marzo 1878 vi veniva ordinato P.
Annibale Maria Di Francia dal Card. Giuseppe Guarino, Arcivescovo di Messina.
Padre Annibale pensò al Monastero dello Spirito Santo per collocare la sua
opera caritativa gestita dalle sue Suore, Figlie del Divino Zelo. Quindi,
presentò domanda al Regio Commissario il 18 giugno 1894. Il 7 giugno 1895 ebbe
luogo il trasferimento dell’Opera Femminile allo “Spirito Santo”, che sarebbe
diventato in seguito “Casa Madre” delle Figlie del Divino Zelo. Il 19 giugno
1938 la Chiesa, rinnovata dopo il terremoto del 1908, veniva riaperta al culto,
mentre vi era Superiora Madre M. Olimpia Basso.
Vi è sepolta la Madre M. Nazarena Majone, cofondatrice
dell’Istituto
Dall’ 11 maggio 1992 le spoglie della Madre M. Nazarena
Majone sono state qui traslate, da Roma, dove è morta il 25 gennaio 1939. La
Casa Madre delle Figlie del Divino Zelo fu il centro della sua vita apostolica
e carismatica, nel Quartiere Avignone e in seguito al Quartiere Tirone; qui è
diffusa la fama della sua santità e presso la sua tomba si ricorre per pregare
e chiedere protezione da ogni male.
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