Incontro Mondiale dei Giovani Consacrati

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Roma (Vaticano), 16-19 sept.



 

Circa 5mila, giovani religiosi provenienti da tutte le parti del mondo, sono giunti a Roma,  in Vaticano, con l’obiettivo di «svegliare il mondo». A questo ‘mega incontro’ promosso dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica (Civcsva) partecipa anche un gruppo di giovani consacrate Figlie del Divino Zelo.

Vivere un’esperienza di formazione attraverso un approfondimento biblico, teologico-carismatico ed ecclesiologico sulla vita consacrata; avere uno spazio di condivisione della propria realtà, dei desideri e delle aspettative formative, celebrare e testimoniare la bellezza della propria vocazione sono obiettivi comuni ai partecipanti. Lo slogan “Svegliate il mondo” è la suggestiva espressione con cui Papa Francesco invita i consacrati e le consacrate a vivere il Vangelo nella quotidianità della vita. Un invito che incoraggia a credere che uno stile di vita in cui risplendano le virtù, in particolare  l’accoglienza, la convivialità delle differenze umane, religiose e culturali, sia possibile. Ogni mattina i giovani si incontrano nell’Aula Paolo VI per ascoltare e riflettere sui temi della vocazione, della vita fraterna e della missione; il pomeriggio si riuniscono in diverse parti di Roma per momenti di dialogo e condivisione.


 

 

L’incontro gioioso e paterno con papa Francesco, durante l’udienza generale, ha messo a fuoco l’importanza “della vicinanza alla gente, ai suoi problemi”; “profezia con la nostra testimonianza, con lo zelo apostolico che scalda il cuore degli altri”; “memoria” della propria vocazione, del primo incontro con il Signore. Si è soffermato sull’importanza dell’ adorazione silenziosa, antidoto contro il narcisismo moderno” perché “svuota da sé stessi”. L’invito del S. Padre è ad essere “donne e uomini di adorazione”, perché solo così è possibile stabilire un solido e diretto rapporto con Dio e “imparare a raccontare la propria vita” davanti a Lui.  Papa Francesco ha  inoltre pronunciato, tra l’altro, un deciso no alla cultura dell’“usa e getta” e un altrettanto deciso sì alla “cultura del definitivo” .

L’entusiasmo delle nostre giovani consorelle è immenso ed esprimono gioiosa  riconoscenza verso la Madre generale e le loro rispettive superiori  che hanno incoraggiato e favorito la partecipazione a tale evento mondiale.

La sera, al loro rientro, hanno condiviso con gioia alcune riflessioni:

-a noi religiosi è chiesta la stessa capacità creativa, l’audacia e intraprendenza dei fondatori, la capacità di conoscere e comprendere la società in cui  viviamo, di lavorare insieme per dare risposte ai bisogni dell’uomo;

- è urgente un rinnovamento della Vita consacrata, adattando i carismi alle esigenze del momento attuale, insieme all’impegno profetico di vivere la comunione per generare comunione, vivere in sintonia con il creato, fare crescere la vita.

- esiste una mistica “quotidiana” che consiste nel mettersi in movimento per incontrare l’altro, accogliendolo e aiutandolo, cercando il suo bene.

          - «Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme». È possibile vivere realmente le parole del Salmo 133. La fraternità è un dono ‘dinamico’ il cui tratto fondamentale è sentirsi responsabili dell’altro. Le parole del salmo esprimono la certezza che l’amore fraterno è possibile, che non c’è bisogno che esso si basi su legami di sangue, di nazionalità o sulla simpatia: la fraternità si costruisce. «Le persone consacrate sono per vocazione, segno concreto della grazia offerta all’umanità di edificare relazioni fraterne… il solo modo di vivere la fraternità nella vita consacrata, non sarà forse semplicemente di essere quello che siamo: fratelli e sorelle»?

La partecipazione a questo incontro mondiale ha dato alle consorelle nuova carica per vivere la consacrazione a Dio nello spirito del Rogate, e una rinnovata dedizione “alla messe bisognosa di ferventi operai”.

 


 

 

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