Progetto: Accoglienza Minori Profughi
PROGETTO – L’INTEGRAZIONE È POSSIBILE Messina - Italia | |
Carissime Consorelle ed Amici,
la “Giornata Missionaria Figlie del Divino Zelo” è sempre un avvenimento significativo per il nostro Istituto, che ci invita a rivolgere uno sguardo pieno di amore misericordioso agli appelli delle nostre missioni e dell’umanità bisognosa di speranza e di pace. Vivendo la realtà delle nostre diverse missioni in tanti paesi del mondo: Africa, Asia, America Latina, dove il lavoro a tutti i livelli arricchisce ogni suora missionaria e la rende sempre più apostola del Rogate, le parole del nostro Santo Fondatore, P. Annibale Maria Di Francia, ci sollecitano ad essere presenza luminosa e segno di speranza, specialmente per i più poveri e abbandonati. Lui, insieme alla Madre Nazarena e a tutti i suoi figli e figlie si sono sempre prodigati per offrire accoglienza e sostegno a tanti bambini e adolescenti bisognosi di tutto.
Dopo aver rivolto lo sguardo alle nostre missioni nel mondo, nel 2015 realizzando la 14° Giornata Missionaria dell’ Istituto, noi sue figlie, avvertiamo l’urgenza di aiutare i poveri che arrivano a casa nostra, a Messina – Sicilia. Lanciamo il Progetto “L’integrazione è possibile” rivolto all’accoglienza di minori immigrati, che fuggono dai loro Paesi per povertà, guerre, persecuzioni, maltrattamenti e, attraversando il Mediterraneo, riescono a raggiungere, nei casi più fortunati, le coste della Sicilia in cerca di un posto dove vivere, studiare, lavorare e magari, un giorno, tornare a casa. Si tratta di minori non accompagnati, che la comunità religiosa della Casa Madre di Messina, ha accolto, aderendo all’appello di Papa Francesco, pur sapendo che sarebbe andata incontro a tante difficoltà.
Questa accoglienza ha avuto inizio nel dicembre 2013 e continua a tutt’oggi. Accogliere significa provvedere a tutte le loro esigenze di vitto, alloggio, vestiario, medicine, studio, in prospettive di una sana integrazione. La comunità religiosa spinta dal desiderio di assicurar loro un futuro dignitoso e non ricevendo nessun contributo economico da parte di enti pubblici, conta solo sull’aiuto di alcuni volontari che offrono la loro opera.
Mentre ringrazio di cuore per la vostra partecipazione e collaborazione nelle precedenti giornate Missionarie, vi invito ad unirvi in fraterna solidarietà in soccorso della nostra comunità di Messina, perché possa continuare ad accogliere, fin quando ci sarà bisogno, i minori svantaggiati.
Come Famiglia del Rogate, imploriamo l’intercessione di Sant’Annibale e di Madre Nazarena, per essere buoni operai nella messe di oggi.
Un fraterno abbraccio.
Suor M. Inez Rosso (Responsabile Settore)
L’INTEGRAZIONE È POSSIBILE
Accoglienza minori profughi
Questo è il tema della Giornata Missionaria – 2015 delle Figlie del Divino Zelo. Si tratta di un progetto rivolto all’accoglienza di minori immigrati che trovano ospitalità presso le Suore della Casa Madre di Messina (Sicilia).
Le parole di Sant’Annibale: “Il Rogate, mentre c’impegna a continua preghiera per domandare al Dio delle misericordie i buoni evangelici operai alla Chiesa, ci obbliga alle opere di carità: l’educazione e salvezza degli orfani abbandonati; l’evangelizzazione e il soccorso dei poveri più miseri e derelitti”.
Quando si parla di Giornata Missionaria il pensiero corre d’impulso ai Paesi lontani, come se i poveri da evangelizzare fossero sempre altrove da dove noi viviamo.
Papa Francesco, quando invita la chiesa a uscire per incontrare le periferie, ci dice che dobbiamo farci prossimo di chi vive là dove le periferie ci sono. Anche in casa nostra.
Ecco perché, dopo aver rivolto lo sguardo al mondo, quest’anno le Figlie del Divino Zelo avvertono l’urgenza di aiutare il mondo che arriva in casa nostra. In Italia, a Messina. E lanciano il progetto “L’INTEGRAZIONE È POSSIBILE”, aderendo all’appello di Papa Francesco pur sapendo che sarebbero andate incontro a tante difficoltà.
MEDITERRANEO
Il bacino del Mediterraneo è una zona geografica riferita agli stati che si affacciano sul Mar Mediterraneo. Esso comprende tre continenti: Europa, Asia e Africa.
Si estende per circa 2.505.000 km2 ed ha una profondità media di 1430 m. Le coste sono maggiormente alte e rocciose mentre sono piuttosto basse e sabbiose presso il delta dei fiumi principali (Ebro, Rodano, Po e Nilo) e secondari che sboccano nel Mediterraneo. Vi sono poi numerose isole, alcune di notevole estensione come la Sicilia, la Sardegna, la Corsica, Cipro e Creta, altre molto più piccole, spesso di origine vulcanica.
L’Europa è il territorio sito a nord, comprendente tre penisole: Spagna, Italia e Balcani che si sviluppano lungo il bacino del Mar Mediterraneo e posseggono un clima cosiddetto “mediterraneo”. Queste tre penisole sono divise dall’Europa Centrale da sistemi montuosi: i Pirenei dividono la Spagna dalla Francia, le Alpi, separano l’Italia dall’Europa centrale, i Monti Balcani, separano la penisola balcanica dal clima continentale.
IL MEDITERRANEO E LE ROTTE DEI MIGRANTI
A partire dagli anni 90, il bacino del Mediterraneo è stato interessato in maniera crescente da flussi migratori che dall’Africa, Asia e Mediterraneo orientale, attraversando il “Mare nostrum” giungono in Europa.
Principali punti di ingresso sono le coste di Spagna, Italia e Grecia, con un alto numero (circa 60.000 l’anno secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) di migranti economici e rifugiati politici.
Sono molte le persone che fuggono dal proprio paese perché sono perseguitate per razzismo, per motivi religiosi o per opinioni politiche, e così chiedono protezione in un altro Stato. Il fenomeno, dunque, non riguarda solo chi lascia il proprio paese per avere un futuro migliore o un lavoro retribuito, e già questo sarebbe sufficiente a giustificare tanti sacrifici, ma anche e soprattutto coloro che sono in pericolo di vita, sia direttamente che indirettamente (per fede religiosa, appartenenza etnica o politica).
Il fenomeno dell’immigrazione via mare inoltre è fortemente aumentato con la chiusura delle frontiere degli Stati europei a causa del restringimento dei visti di ingresso.
Il mare viene attraversato su imbarcazioni di fortuna, spesso vecchi pescherecci, barche in vetroresina o gommoni ma anche su traghetti e mercantili, dove spesso viaggiano molti migranti, nascosti nella stiva o in qualche container. Ma anche qui le condizioni di sicurezza restano bassissime, a cause di morti accertate per soffocamento o annegamento.
Per i migranti superare il Mediterraneo rappresenta un rischio molto alto. La rotta più pericolosa è quella che porta i migranti dall’Africa all’isola di Lampedusa (quasi il 4% di morti e dispersi sul totale di avvistati nel 2012), certamente maggiore delle altrettanto tragiche rotte tra Grecia e Turchia (3,4%) e tra Canarie e Spagna (3,0%).
Guardando esclusivamente l’Italia, nel 2013 ha perso la vita un migrante ogni 60 sbarcati sulle nostre coste (l’1,67 per cento).
LA SICILIA E L’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA
Negli ultimi anni, vi è stato un grande aumento dell’immigrazione clandestina nel nostro paese. 7913 extra comunitari sono sbarcati nei primi sei mesi dell’anno sulle coste italiane, quasi il doppio rispetto allo scorso anno. Il grosso degli arrivi si è registrato a Lampedusa.
Uomini, donne e bambini quotidianamente giungono in Italia in numero impressionante, con la speranza di trovare un mondo completamente diverso da quello che hanno lasciato, condizioni di vita migliori, lavoro, un’esistenza più dignitosa.
I Paesi da cui provengono si trovano in condizioni molto precarie, con divari enormi al loro interno tra ceti agiati da una parte ed estrema povertà dall’altra.
La speranza che nutrono nel cuore è che la fame, la miseria e l’angoscia di poter sopravvivere, siano solo un brutto ricordo!
LA SICILIA E LAMPEDUSA
In generale chi s’imbarca su questi mezzi di fortuna sono persone che hanno già affrontato viaggi lunghissimi ed estremamente pericolosi, iniziati anche molti anni prima, e che in molti casi hanno subito carcerazioni, soprusi e violenze inaudite. Possiamo dividere le ondate migratorie dirette verso l’Europa in due grandi famiglie: quelle provenienti dal Medioriente e quelle africane, che sono le maggiori.
Gli immigrati clandestini sono in genere giovani che giungono in Italia spesso in condizioni di salute poco buona, colmi di ansie e paure. Il più delle volte non hanno con sé documenti ma si dicono pieni di buona volontà per cercare un lavoro, svolgendo attività legate alla terra e all’allevamento degli animali; lavori che in genere sono abbandonati dagli italiani. Queste persone vengono ospitate nei centri di accoglienza, ricoverati negli ospedali e dislocati poi in altre città e paesi.
La situazione è così difficile e non sempre si riesce ad aiutarli come si dovrebbe! Si cerca di fare il possibile, ma non sempre si riesce!
Per la sua posizione geografica l’Italia è considerata dai migranti africani come uno dei maggiori punti di ingresso in Europa. All’inizio degli anni novanta, le coste trapanesi e lampedusane hanno assistito allo sbarco di tunisini prima, di nordafricani e sub sahariani poi. Ad essi spesso si aggiungevano asiatici che provenienti in aereo da Malta, venivano imbarcati clandestinamente alla volta delle coste siciliane. Dal 1998 in seguito ad un accordo firmato tra Italia e Tunisia, il paese di transito divenne la Libia, in seguito ad un restringimento dei controlli sulle coste tunisine.
In Sicilia, il punto di arrivo degli immigrati è rappresentato dall’isola di Lampedusa, essendo il punto ed il centro abitato più a meridione dello stato italiano, con una distanza di 113 Km dalla Tunisia.
Dal 1990 ad oggi si è cercato di porre un freno ai continui sbarchi sulle coste italiane con diverse leggi, in modo da limitare al massimo il fenomeno, anche con accordi tra i vari paesi di origine, tra cui la Libia. Un grande problema è rappresentato dai numerosi immigrati minorenni senza alcun accompagnatore, che per legge non possono essere espulsi prima dei 18 anni, né trattenuti nei centri di identificazione ed espulsione insieme a tutti gli altri.
LE POLITICHE EUROPEE SULL’IMMIGRAZIONE
L’Unione Europea ha acquisito negli anni sempre maggiori competenze in materia di immigrazione, soprattutto dopo il Trattato di Amsterdam del 1999. L’Europa cerca di stabilire un approccio globale all’immigrazione, considerando aspetti umanitari e gestione dei flussi, rivolta all’economia, garantendo un trattamento equo ai non comunitari e cercando di creare un partenariato con i paesi di origine basato sul co-sviluppo.
Sono stati creati fondi importanti per sostenere politiche di integrazione e sviluppare operazioni di supporto (825 milioni di euro stanziati per il periodo 2007-2013).
Passi avanti sono stati fatti anche sulla sicurezza e controllo delle frontiere esterne, in parallelo alla creazione della zona Schengen, che ha permesso dal 1995 in poi di eliminare progressivamente i controlli alle frontiere interne dell’Europa per i 30 paesi attualmente partecipanti.
È stata inoltre costruita Frontex, l’agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli stati membri dell’Europa, attiva dal 2005 nel coordinare gli interventi tra i singoli paesi, fornire analisi e unità di reazione rapida in caso di crisi.
OPERAZIONE MARE NOSTRUM
L’Europa ed in particolar modo l’Italia sono le protagoniste di questo grande problema che di giorno in giorno diviene sempre più pesante, lasciando un grande numero di morti, dispersi e migliaia di uomini, donne e bambini senza un futuro certo.
In particolare l’Italia, a partire dal 18 ottobre 2013 ha varato un’operazione militare e umanitaria in tutto il bacino del Mar Mediterraneo meridionale, chiamata “MARE NOSTRUM”, salvaguardando la “vita in mare” e assicurando alla giustizia coloro che speculano sul traffico illegale di migranti.
Mare Nostrum, purtroppo, pur essendo stato un strumento molto importante, che ha permesso di salvare moltissime vite, ha, secondo il governo italiano, “costi insostenibili” (circa 9 milioni di euro al mese). Un’operazione, quindi, ottima ma con numerosi problemi e troppo onerosa per poter rimanere a carico della sola Italia. Un’operazione che è terminata nel mese di novembre scorso e che probabilmente verrà sostituita dalla nuova operazione, denominata TRITON e gestita da Frontex (agenzia dell’ Unione Europea per l’immigrazione).
L’Italia, trovandosi in prima fila rispetto agli arrivi via mare verso l’Europa, ha sviluppato prima di molti altri una rete capillare di accordi bilaterali a partire dagli anni novanta. Per allontanare il traffico di migranti dalle frontiere dell’Europa, le politiche di accordi dei paesi europei hanno anche portato alla creazione di centri di detenzione nei paesi di transito, con problemi di rispetto dei diritti dei migranti e assenza di garanzie adeguate, specie quando si è trattato di accordi con alcuni regimi non democratici.
VISITA DEL PAPA A LAMPEDUSA
“Benvenuto tra gli ultimi“ è lo striscione che i lampedusani hanno affisso al porto di Lampedusa, il giorno 8 luglio 2013, per accogliere la visita di papa Francesco in quest’isola, che è la terra più a sud del continente ed è considerata la Porta d’Europa.
Per la prima volta un Papa ha fatto visita a Lampedusa, simbolo, per l’Europa e per il mondo, di accoglienza e sostegno a migliaia di migranti che da anni giungono sulle sue coste.
La chiesa agrigentina ha accolto con immensa gioia la notizia della visita di papa Francesco. Della stessa opinione è stato anche il sindaco che ha accettato con speranza questa visita come un notevole contributo per rompere il silenzio sui tanti morti in questi anni di continui sbarchi. Anche il parroco dell’isola ha ribadito come Lampedusa e la sua popolazione sia stata lasciata sola.
Una visita discreta, il lancio di una corona nelle acque dell’isola a ricordo dei tanti migranti morti durante le traversate, l’incontro con alcuni profughi e con la popolazione, la celebrazione della S. Messa. Il Pontefice, circondato da una immensa folla, ha baciato e accarezzato i bambini e stretto le mani dei molti fedeli e dei numerosi migranti africani rassicurando tutti sulla sua preghiera e vicinanza.
Prima di lasciare Lampedusa, il Papa, toccato dalla grande ospitalità dei lampedusani, ha rivolto parole di ringraziamento ai fedeli presenti invitandoli a continuare l’esempio di accoglienza e responsabilità verso queste persone che giungono sulle sue coste. Infine è rimasto alcuni minuti in preghiera.
Lo scopo di questa visita per il Pontefice è stato quello di “pregare per coloro che hanno perso la vita in mare, visitare i superstiti e i profughi presenti, incoraggiare gli abitanti dell’isola e fare appello alla responsabilità di tutti affinché ci si prenda cura di questi fratelli e sorelle in estremo bisogno”.
LE FIGLIE DEL DIVINO ZELO IN SICILIA
Le Origini
Le origini della Congregazione delle Figlie del Divino Zelo partono dalla costante e coraggiosa opera di carità di Padre Annibale, sacerdote messinese. Egli nacque a Messina il 5 luglio 1851. All’età di 18 anni sentì la vocazione al sacerdozio e fu illuminato dallo Spirito Santo nella comprensione della parola del Vangelo: “Pregate il padrone della Messe affinché mandi operai nella sua messe” (Mt 9,38).
Davanti agli immensi bisogni del mondo egli comprese che poco possono le nostre forze, e che solo il Signore può mandare gli operai del Vangelo a lavorare nella messe dell’umanità, ma perché il Signore mandi gli operai evangelici c’è bisogno della preghiera.
Ancora diacono incontrò un mendicante che lo portò alla scoperta del quartiere più povero e degradato di Messina, chiamato Avignone, dove vivevano accattoni, prostitute, bambini abbandonati e dove iniziò le opere di educazione dell’infanzia e della gioventù. Costruì orfanotrofi per togliere i piccoli dalla strada, realizzò mulini, tipografie, scuole di arti e mestieri per avviare gli adolescenti al lavoro. Soccorse ed evangelizzò i poveri. Per tutti aveva sempre qualcosa da offrire, una risposta da dare, un incoraggiamento, un invito alla speranza. Non lasciò mai partire a mani vuote quanti incontrava sulla sua strada.
Attratti dal suo Carisma, uomini e donne si unirono a lui. Fondò così due Congregazioni, le Figlie del Divino Zelo ed i Rogazionisti. Un valido aiuto lo trovò in una giovane di Graniti, Maria Nazarena Majone, che sarà la prima Superiora Generale della Congregazione delle FDZ e di cui è in corso la causa di canonizzazione.
Le Figlie del Divino Zelo a Messina - Casa Madre
La Casa Madre di Messina – ISTITUTO SPIRITO SANTO, ex monastero, fu dato in enfiteusi dal comune di Messina. Nel mese di giugno 1895 arrivarono con le suore le prime orfanelle, che nello scorrere degli anni furono sempre più numerose, offrendo loro accoglienza, vitto e cultura.
Nel tempo, secondo i mutamenti delle leggi vigenti, gli Orfanotrofi hanno trasformato la struttura, modificato la metodologia e cambiato la denominazione prima in Istituto educativo assistenziale e poi in “Comunità Alloggio” avendo sempre il medesimo obiettivo: offrire accoglienza e sostegno ai molti bambini e adolescenti bisognosi.
Consapevoli che la cultura è una componente essenziale per lo sviluppo umano e cristiano di ogni persona, le Figlie del Divino Zelo, oggi come allora, sono state sempre presenti nelle scuole di ogni ordine e grado, nelle Parrocchie con la catechesi, l’evangelizzazione, l’animazione liturgica e la vicinanza alle famiglie. Molto importante è stata anche la formazione per le giovani donne con l’insegnamento di attività musicali e manuali.
PROGETTO: L’INTEGRAZIONE È POSSIBILE
Accoglienza minori profughi
Perché questo progetto?
Oggi, l’emergenza dei moltissimi minori immigrati non accompagnati, ha interpellato la comunità delle Figlie del Divino Zelo che ha dato la propria disponibilità per l’accoglienza. Anche l’appello di Papa Francesco ha spinto le Suore ad aprirsi a questa nuova forma di soccorso pur sapendo che sarebbero andate incontro a tante difficoltà.
Il primo gruppo di minori è stato accolto nel mese di dicembre 2013, il secondo nell’aprile 2014, il terzo nel maggio 2014. Fino ad oggi i ragazzi sono arrivati dai seguenti paesi: Egitto, Gambia, Senegal, Nigeria, Somalia, Cameroun, Mali.
Essi, come sentiamo quotidianamente, fuggono in grande numero dai loro paesi di origine per i motivi più disparati: povertà, guerre, persecuzioni, maltrattamenti e attraversando il Mar Mediterraneo su mezzi di fortuna, riescono a raggiungere nei casi più fortunati, le coste della nostra penisola in cerca di un posto più sicuro dove poter vivere, studiare, lavorare e magari tornare un giorno a casa.
Spesso sono da soli perché i genitori sono deceduti a causa di malattie o uccisi per mano dei ribelli o perché perseguitati dal governo locale.
L’attuale gruppo di minori immigrati, dal maggio 2014 è accudito dalle suore ivi residenti le quali forniscono loro vitto, alloggio e vestiario oltre che lo svolgimento di attività di studio e ricreative, con l’aiuto di alcuni volontari.
Il comune di Messina non ha avuto, sin dall’arrivo dei minori e non ha attualmente la possibilità di fornire alcun sostegno economico all’Istituto con la conseguenza che le suore hanno sempre provveduto autonomamente al sostentamento dei minori, con l’aiuto dei cittadini.
Poiché i ragazzi soggiorneranno nell’Istituto “Spirito Santo” per un tempo imprecisato si fa richiesta che la Giornata Missionaria 2015 venga in soccorso di questa nostra Comunità, con il fine di potere continuare ad accogliere fino aquando ci sarà bisogno i minori già ospitati presso l’Istituto in oggetto.
OBIETTIVO DEL PROGETTO
L’Integrazione è possibile
In genere senza famiglie o con famiglie disgregate dalle guerre, dalle persecuzioni politiche o religiose ma pieni di speranze i ragazzi sono alla ricerca di un luogo dove poter vivere e pensare ad un futuro più sereno e più dignitoso.
La scolarizzazione però per i minori stranieri non accompagnati è spesso difficile e l’inserimento scolastico ha necessità di una opportuna formazione sia del personale scolastico che degli operatori della comunità che segue il ragazzo.
Sul lato psicologico ed emotivo, andare a scuola spesso significa mettere in discussione tutto il progetto migratorio: studiare è molto distante dall’andare a lavorare per poter guadagnare dei soldi.
L’istituzione scolastica per molti di questi minori ha dei significati negative: nei paesi di origine è assente e alcuni ragazzi giungono in Italia completamente analfabeti. Ciò naturalmente pone dei problemi agli operatori che devono inserire il ragazzo nella classe corrispondente alla sua età e agli insegnanti che accusano l’assenza di strumenti/risorse per poter lavorare al meglio con loro.
Inoltre insegnare ai ragazzi una professione spendibile in Italia è importante per soddisfare i loro bisogni e le aspettative.
Il Progetto si prefigge le seguenti finalità relative all’ accoglienza ed all’inserimento dei minori in un determinato contesto sociale. In particolare:
ASSISTENZA MEDICO - SANITARIA Offrire supporto medico e sanitario ai giovani migranti che giungono in Italia in condizioni di salute precarie. In genere queste persone presentano ferite, patologie legate a carenze igieniche, alimentari o dovute ai lunghi spostamenti (mancanza di acqua potabile e di cibo, esposizione prolungata agli agenti atmosferici).
ATTIVITÀ MULTICULTURALI favorire attività volte all’inserimento e all’integrazione di giovani che provengono da nazioni e realtà diverse e quindi con lingua, usi e costumi differenti. Tra le varie attività insegnamento della lingua italiana, inglese, attività culturali, artistiche, sportive e ludiche.
ASSISTENZA SOCIALE promuovere l’attività educativa e formativa tramite l’inserimento scolastico dei minori e con la preparazione all’inserimento lavorativo per i più grandi attraverso corsi specialistici, ad esempio: scienze agrarie, scienze infermieristiche, informatica; attività manuali e artigianali...
SUPPORTO PSICOLOGICO Necessità di personale professionalmente preparato che possa supportare i momenti di difficoltà e le conseguenze psicologiche derivanti dalle precedenti esperienze traumatiche o dal necessario inserimento di una realtà culturale nuova.
BENEFICIARI DIRETTI giovani immigrati minori, non accompagnati.
MATERIALE
Oggetti di consumo come piatti di plastica, bicchieri, tovaglioli, posate,
sacchi per i rifiuti, carta igienica, etc.
Materiali per l’igiene personale e dell’ambiente
Utenze di gas, luce, acqua
Servizi di pulizia reparto e servizio cucina
Vitto, vestiario e medicinali
Servizi vari come trasporti, ricariche telefoniche, telefoni
Riparazioni e lavori straordinari
Computers
DALLA TRAGEDIA ALLA SPERANZA
Quelle che seguono sono alcune testimonianze scritte personalmente, in lingua inglese e poi tradotte dalle suore che li accolgono e che ascoltano ogni giorno le loro storie.
Sono O. C., ho 17 anni e sono originario del Gambia. Vorrei fare questa mia piccola testimonianza per ringraziare dell’accoglienza avuta in questa casa delle Suore - Istituto Spirito Santo di Messina.
Quando sono partito dalla mia terra, ero convinto di andare in Libia a lavorare, ma appena arrivato lì mi sono subito reso conto che le condizioni di sicurezza non c‘erano. Ho dovuto affrontare tantissime difficoltà, non immaginabili; ho subito, passando nei paesi mussulmani, maltrattamenti, discriminazioni, incarceramento, ho patito la fame e poi l’unica via di salvezza per me era il …mare.
Sono un musulmano ma io e i miei compagni di viaggio siamo stati ben accolti dalle suore che con tanta attenzione hanno aperte le braccia per accoglierci …senza guardare la religione, il colore della nostra pelle.
Un’accoglienza mai ricevuta dai nostri fratelli mussulmani. Desidero e non smetto di ringraziare la bontà delle suore che ci hanno fatto sentire come fossero nostre “MAMME”.
Il mio nome è B. D., sono nato nel 1996. Mi piace giocare a calcio, guardare le partite e incontrare nuovi amici. Odio le bugie e la gente disonesta.
Ho studiato a Budung, la città dove sono nato e dove ho frequentato la scuola dalla materna alle superiori. Ho iniziato poi il College per diventare un insegnante elementare ma in seguito alla morte in un incidente stradale dei miei genitori (2008), ho dovuto interrompere gli studi. Per un periodo, io e mio fratello più piccolo, abbiamo abitato con la nostra matrigna (la seconda moglie di mio padre) che ci maltrattava, ci costringeva a fare pesanti lavori domestici e spesso non ci mandava a scuola. Tutto questo non era fatto però ai suoi figli che vivevano bene e con tutte le attenzioni… Quando un amico di mio padre mi ha proposto di andare a casa sua ho accettato e ho cominciato a lavorare per lui. La situazione politica locale è in seguito degenerata e, divenendo quei luoghi poco sicuri, sono dovuto fuggire. Ho passato molti posti diversi (Togo, Mali, Benin, Libia), ho subito perfino un arresto senza alcun motivo.
Quando, finalmente ho potuto racimolare un po’ di soldi venuti dal mio lavoro saltuario nei vari luoghi in cui sono arrivato e grazie alla bontà delle persone che ho incontrato, sono potuto giungere in Italia, attraverso un lungo viaggio dalla Libia in mare per 3 giorni, al costo di 800 dinari.
Accolto nell’Istituto dello Spirito Santo, dopo essere stato ricoverato a causa di una febbre per alcune settimane in ospedale, ho trovato con le Suore pace, tranquillità e sicurezza.
Mi chiamo E. D. e sono nato in Gambia nel 1997. Ho iniziato la mia carriera scolastica a Bassori, città dove sono nato; terminato gli studi all’8 livello poiché mio padre è stato arrestato con l’accusa di essere un nemico del governo (è morto in carcere nel 2009).
Alla morte di papà ci hanno tolto tutto: proprietà, documenti, casa.Così io, mia madre e i mie due fratelli più piccoli siamo andati ad abitare da mia nonna materna.
A un certo punto però la mamma ha avuto l’idea di mandarmi via dal paese che non era più sicuro per me. Mi ha dato dei soldi e sono partito in cerca di maggiore fortuna.
Ho passato diversi luoghi (Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger, Libia).
Ho lavorato per avere cibo e possibilità di pagarmi un viaggio per l’Italia.
Sono stato arrestato ma un signore molto buono che mi aveva accolto in casa sua, dandomi un lavoro ha pagato per liberarmi, mi ha dato altri soldi e così ho potuto imbarcarmi per l’Italia.
Sono arrivato con tanta paura per il mio futuro, bisognoso di tutto, cibo, medicine e vestiti, ma il sorriso delle Suore mi ha dato tanto coraggio, mi sono sentito al sicuro.
Il mio desiderio ora è quello di poter completare la mia formazione, studiando informatica, trovare un lavoro e così cominciare ad aiutare la mia famiglia e me stesso.
Ora solo qualche piccolo flash:
Devo dire il mio grazie alle Suore perché con la loro cura materna, con attenzione premurosa, generosità, bontà, e gioia ci hanno fatto superare ogni difficoltà. (O.C.)
Io sono un musulmano. Se fossi un cristiano, mi farei cattolico e se fossi una ragazza sceglierei la vita di una suora. In questi 6 mesi che sono stato con le Suore, ho imparato tante belle cose, specialmente di un Dio che non vede la differenza né del colore della pelle, né della lingua, né di religione, né di cultura, né di età ... le suore sono diventate nostre MAMME. Grazie! (Kaba – Gambia)
Stando con le suore Figlie del Divino Zelo dell’Istituto “Spirito Santo” – Messina, per il loro modo di trattarci ho avuto la sicurezza di una vita migliore. Infatti, mi hanno insegnato a non perdere la speranza, ad avere la voglia di tornare a sorridere, a vivere. (S. C.)
Abbiamo scelto di affrontare una lunga traversata per trovare una nuova casa ...e GRAZIE a VOI, Suore, l’abbiamo trovato, una casa mai pensata, mai conosciuta. Non possiamo pagare per tutto quello che avete fatto per noi … solo Dio lo può! (Ouzman C. – Gambia)
Siamo grati e molto felici per l’accoglienza che le suore Figlie del Divino Zelo dell’Istituto dello “Spirito Santo” Messina ci hanno fatto perché ci hanno trasmesso cosa è il vero affetto materno. Sta qui il segreto di una casa di accoglienza: affetto, rispetto e senso di famiglia. Grazie! (Jaja – Mali)
Dico Grazie alle Suore perché io sono stato perseguitato, messo in carcere e torturato dai miei stessi fratelli musulmani, invece sono venuto qui e voi, cristiani, mi avete accolto come un fratello. Grazie! (K.S.)
Anche tu puoi evangelizzare il mondo.
Non ti si chiede nulla di straordinario,
solo di essere appassionato di Gesù,
della Chiesa e dell’uomo,
di avere il cuore grande quanto il mondo,
di lasciarti scavare l’anima
dalle lacrime dei poveri,
di impegnarti a vivere la vita come un dono,
e di deciderti a camminare
sulle strade del Vangelo,
missionario di giustizia e di pace.
(T. Bello)
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