Benedizione del torchio antico

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Fiumara Guardia, 19 marzo 2017


   

Benedizione del torchio antico ricostruito nel palmento di Fiumara Guardia.



AUTENTICAZIONE storicA


La nostra consorella Suor M. Gabriella Ruvolo ha dichiarato circa il Padre Fondatore: “Fu lui che ordinò a Madre Nazarena di comprare un torchietto per il vino da Messa, in contrada Guardia (Messina).” (CONGREGATIO PRO CAUSIS SANCTORUM, P. N. 729, MESSANEN, CANONIZATIONIS SERVI DEI HANNIBALIS MARIAE DI FRANCIA, VOL. II, p. 213 ).


Il nostro Confratello, Padre Gerardo Onorato, testimoniò: “Conobbi la S.D. Madre Nazarena Majone nel 1922 o 1923 nella nostra Casa di campagna della Guardia, vicino a Messina. Padre Annibale mi aveva mandato in quella località affinché io mi rimettessi in salute. In quel periodo si raccoglieva l'uva e Madre Nazarena, seguendo l'indirizzo del Padre Fondatore, controllava la raccolta e la spremitura dell'uva, che sarebbe diventata vino e sarebbe servito per la celebrazione della Messa. Padre Annibale voleva che il vino fosse assolutamente genuino. Rimasi colpito nel vedere come la S.D., controllando gli operai del frantoio, era raccolta in meditazione, considerando che quel vino sarebbe diventato il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo. (CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM, P.N. 1793, ROMANA BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS SERVAE DEI MARIAE NAZARENAE MAJONE, VOL. I, p. 119-120).


Suor M. Agnella Grasso, nostra Consorella residente nella Comunità di Guardia per diversi anni, ripeteva continuamente, a noi Suore più giovani, che il torchio smontato e custodito nella cantina, era della Madre Nazarena e che non si doveva distruggere. Quando nella seconda metà degli anni ’70 si fecero dei lavori di sistemazione negli ambiente della Guardia, ricordò a Madre M. Rosalinda Bertucci, Superiora del tempo alla Casa Madre, che nella cantina vi erano le parti del torchio di Madre M. Nazarena e il calessino del Padre Fondatore, da sistemare. Il calesse fu sistemato ma per il torchio Madre M. Rosalinda disse che si sarebbe provveduto non appena si fossero eseguiti i lavori nella zona della stalla, pollaio e palmento. Personalmente ho sempre avuto attenzione che non si buttassero via le parti del torchio e cercato di sollecitare la sua ricostituzione.” (Suor M. Daniela Pilotto, fdz, 25 gennaio 2017)


Immagine.jpgDurante gli attuali lavori di ricostituzione abbiamo appreso dal Maestro Emanuele Bellingheri, appassionato artigiano in materia, che il torchio a leva custodito a Guardia è un torchio a piede fisso, doveva essere cementato nel palmento; le parti in legno sono di castagno; manca il cestello o gabbia. Dalla forma delle due mezzelune si deduce che era di forma ottagonale e da questo ha preso forma il cestello rifatto; per questa sua forma singolare si deduce che è stato fatto artigianalmente, perché in commercio si trovano solo torchi a base circolare.


Sulle mezzelune non sono presenti soltanto le due maniglie, necessarie per il sollevamento, ma in tempi successivi (questo si deduce perché fissate con chiodi, che non esistevano agli inizi del ‘900), sono state aggiunte, forse a causa del peso rilevante delle mezzelune, due sbarre con presa per sollevarle più agevolmente. È sicuramente antecedente agli anni ’20 e potrebbe essere stato comperato di seconda mano, perché questo torchio ha grande valore artigianale. Ha anche valore storico nell’ambito delle arti e dei mestieri. Sembra essere un’opera unica nel suo manufatto, almeno nella zona del messinese, perché non se ne è mai visto uno di simile nei dintorni.


Messina, 19 marzo 2017


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